S&P alla fine ha fatto quello che doveva fare, anche se con notevole ritardo, con approssimazione e non pochi conflitti d’interesse politici e finanziari.
A mio parere è sterile in questo momento stracciarsi le vesti invocando il complotto, rispolverando gli errori del passato e la credibilità delle agenzie…è soltanto un girare attorno al vero problema.
Le logiche del denaro e della finanza sono quelle che conosciamo…a maggior ragione in questo veliero: non esistono pasti gratis per nessuno, non esiste reciprocità se non porta ad un tornaconto più o meno immediato… soltanto la supremazia del più forte e il business for business.
Questa è la filosofia morale prima ancora che funzionale del neoliberismo finanziario, condivisa e fatta propria, più per convinzione che per necessità dalle elites politiche globali, dalle democrazie contemporanee.
Un altro mondo è possibile, altri mondi sono possibili…. ma guardiamoci attorno, nell’immediato tutti noi oggi siamo ‘condannati’ all’economia, e se questo è vero dovremmo rimproverare a S&P non la diagnosi ma ben altro.
Se mi sento pertanto di biasimare in toto la rigorosità e rigidità dei tedeschi?
no! ma il ‘rigore’ oggi necessario, diventa una foglia di fico se si limita a coprire alcune parti meno decorose di questo sistema, dimenticando le oscenità, le diseguaglianze e le sofferenze che ha prodotto e che produce. Non sono tollerabili soluzioni nel solco dell’iconografia moderna in cui si deroga a qualsiasi principio gerarchico di responsabilità morale e materiale.
Detto questo la sobrietà, la riscoperta di differenti valori devono essere oltre che un dato individuale e personale, anche humus condiviso e fondante di una collettività se vogliamo diventare un Paese, una Comunità. Dall’equilibrio tra mezzi e fini, dalla sostenibilità, dal rispetto dell’ecosistema si deve ripartire per segnare un percorso differente che non riesco a pensare come utopico.
Esiste una banalità del male ed è sotto i nostri occhi, ma anche una faticosa, ostinata e altrettanto banale pratica del bene!
E’ necessaria una rivoluzione antropologica?…l’uomo in ogni epoca è stato dominato dall’avidità ( e qui bisognerebbe interrogarsi più a fondo ), fa parte della sua natura; è la rivoluzione tecnologica che ha reso questa inclinazione umana oggi potenzialmente devastante!
Si dobbiamo rimboccarci le maniche tutti, a cominciare da quelli che nelle conference calls di queste ore cercano di metterci una pezza continuando a mantenere in piedi lo stesso show!
di l@sco e di bolin@